Se il XX secolo ha segnato il crollo delle Utopie ed il dominio del “consumismo delle cose” (con gli effetti devastanti già ben visibili dal punto di vista umano, climatico e ambientale), il nostro secolo, se non interveniamo in senso opposto, rischia di essere quello del “consumismo delle idee”, della cultura usa-e-getta, della creatività delegata alle macchine, dell'eclissi dell'umano pensiero.

In Bookelot il massimo della tecnologia si sposa con una visione prettamente umanistica della diffusione culturale.

Il libro immersivo è una nuova forma d'arte, capace di coinvolgere più sensi nell'antico piacere della lettura.

L'arte va oltre il bello. Il bello può essere creato anche da macchine, ma l'Arte coinvolge quell'insieme di esperienze e passioni che solo esseri umani possono comprendere e trasmettere.

Bookelot vuole ampliare le potenzialità della creatività umana.

Con Bookelot, al centro della scena, è posto l'essere umano.

Troppo spesso i nostri giovani, deprivati da sogni più grandi capaci di dare un senso all'esistenza, subiscono il fascino di chi fa creder loro che sia possibile realizzarsi senza sforzo: “tu abbozzi l'idea, il computer ti scrive il romanzo e tu diventi ricco senza fare niente”, “usa questa app e diventa musicista in un giorno”, “vai in giro con la tua telecamerina, diventa influencer, ottieni tanti follower e diventa ricco senza lavorare”. Ragazzi: non fatevi fregare! Per sfamare un lupo servono in media 200 pecore.

Chi vi dice “Vieni qui amico mio, che ti insegno a sbranare”, con altissima probabilità vi ha già puntati come prossima sua preda. Non c'è ricchezza senza lavoro, perché la vera ricchezza non si limita al denaro (pur necessario).

La vera ricchezza, la sola che possa dare piena soddisfazione alla vita, è l'orgoglio del produttore, è il vedere come il proprio studio, sforzo e abnegazione si concretizzino in qualcosa di utile e di bello, da un punto di vista artistico così come da un punto di vista pratico.